Modello Genova
Il modello Genova: una storia di successo
"Modello Genova" - Il nuovo Ponte è un modello a cui guardare per il rilancio delle grandi opere in Italia
Il nuovo Ponte di Genova San Giorgio è il segno della volontà di ripresa di un intero paese e oggi rappresenta un esempio da seguire per favorire la realizzazione di tutte le grandi opere in Italia, un vero e proprio modello - il "Modello Genova" - per il rilancio del settore delle costruzioni e dell’economia italiana.
Alle spalle di questo successo, celebrato il 3 agosto del 2020, c’è un nuovo paradigma per il settore delle costruzioni che basa la sua efficacia su alcuni fattori chiave: collaborazione, trasparenza, lavoro di squadra, sicurezza.
Il nuovo Ponte è un modello efficiente per la costruzione di nuove opere, che ha unito sinergicamente tutti gli attori coinvolti in uno sforzo congiunto tra istituzioni locali e nazionali, imprese, organizzazioni sindacali, territorio e comunità per progettare e realizzare un'infrastruttura strategica per il paese, in una prospettiva a medio-lungo termine. Il progetto che ha portato alla realizzazione del nuovo Ponte sulla Val Polcevera è un modello di sviluppo del territorio e dell'intero sistema paese, che attraverso opere infrastrutturali fondamentali si propone di rafforzare la struttura economica e produttiva dell'Italia, permettendo alle nuove generazioni di intravedere rinnovate opportunità per pianificare il proprio futuro.
Il nuovo Ponte di Webuild è una delle espressioni migliori del significato più profondo di ponte: unione.
“Il Modello Ponte di Genova è la risposta che vogliamo dare a questa crisi che sta investendo il nostro Paese, è il frutto del lavoro delle mani e del cuore di oltre 1000 persone e 330 piccole e medie imprese che sono state al nostro fianco. E’ la fiducia, è il lavoro, è il futuro”. Sono le parole di , Amministratore Delegato di Webuild, alla sobria cerimonia di inaugurazione del nuovo Ponte “Genova San Giorgio” il 3 agosto 2020.
Modello Genova: una storia replicabile di successo
Questo Ponte rappresenta un nuovo modo di realizzare infrastrutture in Italia, simbolo e prova che anche in Italia le grandi opere strategiche possono essere costruite in tempi giusti, con costi giusti e nel rispetto delle normative e della sicurezza. Questo ponte lascia dietro di se, una lezione di speranza per il futuro.
Podcast
Oltre 300 imprese con Webuild per il nuovo Ponte Genova San Giorgio
In questa corsa contro il tempo per la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio hanno dato il loro contributo imprese e lavoratori.
Sul cantiere di Genova si sono alternate 330 imprese, la quasi totalità, il 99%, rappresentato da imprese italiane, con forniture per un valore di 160 milioni di euro
La filiera italiana dietro il ponte dei record
330 imprese italiane di piccole e medie dimensioni hanno contribuito alla realizzazione del Ponte Genova San Giorgio, per un valore delle forniture che supera i 160 milioni di euro. Un modello virtuoso di valorizzazione delle competenze nel settore delle infrastrutture.
Eccellenze che esprimono la migliore qualità che il Made in Italy ha prodotto nel mondo delle infrastrutture e che il Gruppo punta a rendere sempre più forte e competitivo in Italia e all’estero grazie a Progetto Italia per lo sviluppo del settore nel Paese.
La costruzione del viadotto dei record, giunto al termine dei lavori a un anno dal primo getto di calcestruzzo, ha permesso a centinaia di fornitori e subfornitori di lavorare ad uno dei progetti più iconici in Italia, mettendo a disposizione del cantiere servizi altamente specializzati. Dai lavori di scavi per le fondazioni, al trasporto dei maxi impalcati lunghi fino a 100 metri per le vie di Genova, alla costruzione dei sofisticati pennoni fino alla produzione e montaggio dei pannelli fotovoltaici: sono oltre quaranta i mestieri, diversi ed integrati, messi a sistema dal modello organizzativo del Gruppo Webuild. A Genova la Società ha infatti messo in pratica il fast track, un approccio al lavoro in cantiere che prevede la realizzazione delle lavorazioni in parallelo, attraverso l’allestimento di tanti cantieri, ognuno dei quali gestito in modo efficiente e integrato con gli altri. Nella sola fase di “vestizione” finale del ponte (la fase conclusiva dei lavori che prevede gli interventi finali prima dell’inaugurazione del viadotto), sono operative quaranta squadre che lavorano in contemporanea, con oltre 200 operai.
Se da un lato le imprese di Genova e della Liguria sono rappresentate insieme ad altre aziende del Nord Italia, dall’altro molte aziende del Sud hanno svolto ruoli decisivi, come accaduto alla Faver di Bari, che ha realizzato i 18 pennoni alti 28 metri, progettati per illuminare in modo scenografico l’infrastruttura e destinati fin da subito a diventare uno dei simboli di quest’opera. Tra i fornitori, imprese come le Acciaierie Valbruna, un’eccellenza italiana nella produzione di acciai speciali in attività dal 1925; la Bosco Italia, che sta assemblando e montando proprio in questi giorni i pannelli fotovoltaici, essenziali per rendere il ponte autonomo dal punto di vista energetico, così come i pannelli di protezione in vetro; o ancora la Akron e la Geoinvest, specializzate nel campo della geofisica e incaricate delle indagini del sottosuolo o la Drafinsub, chiamata per la bonifica degli ordigni bellici, un’operazione necessaria prima della costruzione di qualunque genere di infrastruttura, e il Politecnico di Milano, dove sono state realizzate le prove nella galleria del vento sul plastico del ponte.
Ponte Genova: la filiera italiana dietro il ponte dei record costruito da Webuild
Genova è orgoglio e dimostrazione dell’eccellenza italiana. Il Modello Genova interpreta la concretezza dei genovesi, quella concretezza del parlare poco e realizzare le cose. Questo modello dobbiamo traslare in Italia, in modo tale che tutte le parti coinvolte lavorino insieme per la realizzazione di un’opera